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rassegna stampa calabrese
Fonte: Area Locale
Data: 20/09/2007
Autore: Carmelo Colosimo
Area Locale
Mesoraca: Un altro prete indiano in Calabria
Provincia: Crotone
Comune: Mesoraca
Argomento: Religione
Mesoraca: Un altro prete indiano in Calabria

Dopo il rito della presentazione, della interrogazione, della promessa di obbedienza, della prostrazione del candidato, con quello delle imposizioni delle mani il vescovo di Khunti, in India, Mons. Stephen M.Tirù, ha consacrato sacerdote don Heralal Huni Purty nel corso di una cerimonia toccante e solenne, svoltasi l’altra sera nella traboccante chiesa del Ritiro di Mesoraca (Crotone) alla presenza dell’arcivescovo di Crotone-Santa Severina Mons.Domenico Graziani e dell’intero clero crotonese.
Una liturgia fatta di segni, di simboli, di riti che fanno capire come il linguaggio della Chiesa cattolica sia veramente universale, stante la numerosa presenza di sacerdoti indiani e la dizione a volte simpaticamente approssimativa del vescovo Tirù che, per generosa ospitalità di Mons.Graziani,ha presieduto la liturgia.
Arrivato in Italia 5 anni fa, il neo sacerdote indiano ha studiato presso il seminario di Catanzaro ed è stato affidato alle cure di don Giovanni Napolitano e don Pasquale Marrazzo. Significativa la preghiera di ordinazione: “Dona, Padre onnipotente, a questo tuo figlio la dignità del presbiterato. Rinnova in lui l’effusione del tuo Spirito di santità; adempia fedelmente, o Signore, il ministerro del secondo grado sacerdotale da te ricevuto e con il suo esempio guidi tutti a un’integra condotta di vita”.
“E’ il momento più bello per la diocesi di Khunti, ha spiegato Joseph Bausen, sacerdote indiano a Trebisacce. Il dono del sacerdozio è un atto d’amore di Dio, che ha chiesto la collaborazione dell’uomo per realizzare il piano di salvezza. Il sacerdote è colui che parla di Dio agli uomini, è colui che parla a Dio degli uomini. Perciò stasera ci stringiamo attorno a don Heralal, scelto da Dio per essere suo ministro. Egli ha ascoltato la chiamata del Signore, ha risposto sì, ha lasciato la sua terra per servire il signore, ma soprattutto ha offerto la sua vita perché stesse nelle mani di Dio. Questa ordinazione sacerdotale, infatti, ci fa capire che è possibile vivere una vita bella e piena, senza essere condannati ad un’esistenza triste. “
“E’ vero che oggi è difficile sognare un mondo nuovo. Tutti siamo più paurosi, più incerti, più chiusi, più rassegnati. La liturgia di questa sera, invece, è una luce in questa notte. Essa ci fa sognare un mondo diverso da quello guidato dall’egocentrismo e dall’amore per se stessi. Questa sera siamo partecipi di un altro mondo, quello in cui è il Signore a regnare. Questa sera viene consacrato un operaio per questo mondo, per questo regno.”
“Non si è sacerdoti sempre allo stesso modo. Oggi o si è testimoni veri di Gesù o si rischia di essere complici della tristezza di questo mondo. Tu, don Heralal, non vieni ordinato sacerdote per servire te stesso e neppure per realizzare te stesso o per seguire le tue aspirazioni. Il sacerdozio non è una tua voglia. E’ essere partecipi di un sogno più grande del tuo, è essere parte do un disegno molto più ampio di quello che tu stesso puoi desiderare o immaginare. Tu sei chiamato per partecipare alla costruzione di un mondo ove l’amore per gli altri è più forte dell’amore per se stessi. Per questo se fino ad ora tu potevi vivere per te, pensare per te, preoccuparti per te, da oggi tu vivi per il Signore e per il suo popolo, per la chiesa e per il mondo”.
Dopo la imposizione delle mani da parte del vescovo sul capo dell’eletto in ginocchio, tutti i sacerdoti presenti hanno ripetuto lo stesso gesto. Poi, la vestizione degli abiti sacerdotali e l’unzione crismale, quando il vescovo ha unto con il sacro crisma le palmi delle mani dell’ordinato.
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