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rassegna stampa calabrese
Provincia: Reggio Calabria
Comune: Locri
Argomento: Cronaca
Locri: Ascoltati sottufficiali dei CC
Ottava udienza mercoledì mattina, davanti alla Corte d’Assise di Locri, del processo ai presunti responsabili dell’omicidio del vice presidente del Consiglio regionale calabrese, Francesco Fortugno, assassinato a Locri nell’atrio di Palazzo Nieddu del Rio il pomeriggio di domenica 16 ottobre 2005, quando erano circa le 17,15, durante le elezioni primarie dell’Unione. Davanti alla Corte presieduta da Olga Tarzia (a latere Angelo Ambrosio), ieri mattina hanno reso le loro testimonianze alcuni sottufficiali dell’Arma dei Carabinieri intervenuti subito dopo il delitto di cui sono accusati Salvatore Ritorto, ritenuto l’esecutore materiale; Alessandro Marcianò e suo figlio Giuseppe, ritenuti i mandati dell’omicidio, e Domenico Audino. I quattro, tutti ristretti in regime di isolamento, si trovano, rispettivamente, nelle carceri di Tolmezzo (Ud), Cuneo, l’Aquila e Novara. Particolare attenzione, durante l’udienza odierna, è stata prestata alla testimonianza del sottufficiale delle Benemerita Salvatore Leva, della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale di Reggio Calabria, intervenuto sul luogo del delitto intorno alle ore 20. Il militare ha riferito di aver notato, quella sera, che il cancello secondario posto alle spalle di “Palazzo Nieddu” era chiuso con una catena ed un lucchetto. Leva ha anche aggiunto di essere intervenuto due giorni dopo, cioè la mattina del 18 ottobre 2005, dopo il ritrovamento della Fiat Uno bianca che gli inquirenti ritengono sia stata utilizzata per compiere il delitto, e per rilevare eventuali impronte digitali sul veicolo. A tal proposito ha precisato di non averne trovate, né dentro né fuori del mezzo e di avere invece rinvenuto un giubbotto in jeans scuro, una bottiglia di plastica, vuota, ed un meccanismo d’accensione dell’auto posto dentro il cruscotto. A questo punto alcuni legali della difesa hanno fatto notare che successivamente i Carabinieri del Ris hanno rinvenuto nell’auto una bottiglia d’aranciata da un litro e mezzo, 4 monete, un pezzo di carta ed un capello (o un pelo). Alla domanda su come mai non fossero stati trovati durante il primo sopralluogo, il sottufficiale ha risposto di non poter fornire una risposta in quanto lui, a suo tempo, intervenne specificatamente solo per rilevare eventuali impronte digitali. L’udienza di ieri è durata circa tre ore e sono stati escussi altri sottufficiali dell’Arma. Si riprenderà mercoledì prossimo, 26 settembre con le testimonianze di altri militari dell’Arma che, per motivi di servizio, non sono potuti intervenire oggi. Sarà pure sentito il capitano, allora tenente, Michele Cannizzaro, della Sezione Investigativa del Comando provinciale dei Carabinieri. Le udienze continueranno, poi, il 27 e 28 settembre.