quiSpot:
rassegna stampa calabrese
Fonte: Area Locale
Data: 29/10/2007
Autore: Simone Arminio
Provincia: Crotone
Comune: Isola Capo Rizzuto
Argomento: Cronaca
Dallo sbarco alla fame...l´odissea dei rifugiati di Isola
Dopo lo sbarco in tarda notte, i 120 clandestini superstiti allo sbarco-strage sulle coste di Roccella Jonica (6 i morti) sono stati curati e portati al CPA Sant'Anna di Crotone. Anche per loro infatti, cittadini palestinesi martoriati da anni di instabilità politiche e guerra con gli israeliani, la condizione non è quella dei clandestini (rinchiusi nei Cpt in attesa dell'espulsione) ma dei rifugiati politici.
Così già nella mattinata di ieri, i palestinesi scossi ma in buono stato di salute (ieri per tutta la giornata le televisioni hanno mandato le immagini drammatiche del loro sbarco in mezzo alle onde ed i cadaveri) sono stati accolti nel Centro di Prima accoglienza alle porte di Crotone.
Certamente una salvezza, dopo un viaggio lunghissimo, ai limiti della sopravvivenza e finito in una strage per colpa di una secca al largo delle coste calabresi. Solo una volta passata fame, freddo e paura di morire, saranno i loro colleghi eritrei ed etiopi a spiegare loro come vanno le cose, lì a Sant'Anna.
I loro colleghi africani ancora in attesa del riconoscimento di rifugiati politici, proprio lo scorso sabato hanno infatti bloccato la statale 106, all'altezza di Poggio Pudano. Una manifestazione in piena regola, con tanto di striscioni e slogan. Una protesta non-violenta: sedutisi sull'asfalto della statale, incuranti del traffico paralizzato, hanno atteso l'arrivo delle autorità per spiegare con dovizia di particolari la loro complessa problematica.
Sono tutti giunti al Centro di Prima Accoglienza di Sant'Anna, dopo essere sbarcati clandestinamente in Italia con le stesse carrette del mare che ieri hanno ucciso sei palestinesi. Sono come gli altri loro compagni di viaggio, ma provengono da stati devastati da una guerra civile.
Attendono quindi nel CPA (di fianco al CPT) il loro riconoscimento ufficiale di rifugiati di guerra. Per fortuna, non è una di quelle questioni imbrigliate da anni nelle maglie delle leggi nazionali di regolamentazione dell'immigrazione clandestina.
Alla stessa stregua degli ebrei o dei partigiani degli stati europei del secondo conflitto, infatti, le persone in attesa al CPA sono costrette a scappare, per scampare ad una persecuzione politica che vorrebbe negarne addirittura il diritto di esistenza.
Perciò protetti dal diritto internazionale, e vengono accolti (e non detenuti) nel CPA, solo fino a quando non saranno pronti i documenti che attestano e regolarizzano il loro status di "rifugiati politici".
Solo che il freddo avanza, e le coperte scarseggiano. E di mangiare come i cristiani neanche a parlarne (sabato hanno portato in strada, insieme alla loro protesta, anche i magri piatti del giorno prima, come prova tangibile).
Per questo lo scorso sabato, invece di andare a passare la giornata in città, come sempre, hanno occupato la Statale alle porte di Crotone, con tanto di striscioni, slogan e cori di protesta, per attirare su di sé l'attenzione della società e delle istituzioni.
Solo dopo un'ora e più di trattative in inglese con gli uomini di Digos, Questura e PASI, la Polizia per l'immigrazione, dopo aver ottenuto la promessa di maggiore attenzione e di velocizzazione delle pratiche per lo status che gli spetta di diritto, si sono quindi convinti a sbloccare la situazione (e la strada).
Sono ritornati a Sant'Anna, in attesa che intanto la situazione abitativa sarebbe peggiorata di lì a poco con l'arrivo dei 120 palestinesi.
Intanto il traffico è ripreso a scorrere, intenso e pericolosissimo come sempre sulla Statale 106, che dai coltivatori di finocchio ai forestali, dai cittadini contro il nucleare di Scanzano Jonico agli operai dell'Ex-Pertusola di Crotone, fino agli immigrati in attesa di Diritto d'Asilo, si conferma ormai sempre di più una strada di sa