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rassegna stampa calabrese
Fonte: Giornale di Calabria
Data: 31/10/2007
Autore: Redazione
Giornale di Calabria
Vibo, Napoli: Sciogliere per mafia l’Azienda sanitaria
Provincia: Vibo Valentia
Comune: Vibo Valentia
Argomento: Sanità
Vibo, Napoli: Sciogliere per mafia l’Azienda sanitaria

Avviare tutte le procedure necessarie allo scioglimento per infiltrazione mafiosa dell’Azienda Sanitaria di Vibo Valentia.
Lo chiede ai ministri dell’Interno, della Salute e della Giustizia l’onorevole Angela Napoli, parlamentare di An e componente della commissione antimafia.
Nei giorni scorsi - scrive - è stato prorogato il Commissariamento dell’ASL n. 9 di Locri, sciolto nel maggio 2006, per infiltrazione mafiosa.
La relazione d’accesso che ha portato al commissariamento, benché ancora segretata, era stata tempo fa riportata, in parte, sulla stampa regionale e dalla stessa emergevano fatti molto gravi, oggi ancora al vaglio della Magistratura.
Nel mese di luglio dello scorso anno - continua - , l’Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella pubblica amministrazione, attesa la natura delle singole Aziende sanitarie e del loro possibile condizionamento da parte delle organizzazioni criminali, ha disposto un’indagine conoscitiva su alcune realtà regionali a maggiore influenza mafiosa, ad iniziare dall’ASL di Vibo Valentia , al fine di verificare l’eventuale esistenza di pericoli di condizionamento nella gestione degli appalti per opere, nonchè per l’acquisizione di beni e servizi, nelle procedure di assunzione di personale e nel conferimento degli incarichi di qualsivoglia natura”.
Napoli fa rilevare che l’Azienda Sanitaria di Vibo Valentia era già rimbalzata alle cronache nazionali per l’inchiesta “Ricatto”, avviata dalla locale Procura della Repubblica, “che ha riportato alla luce una storia di tangenti, apparati para massonici, concessioni, abusi, ricatti e colletti bianchi”.
Nella relazione dell’alto commissariato, secondo Napoli, “si fa riferimento alla “borghesia mafiosa” composta da “ tecnici, esponenti della burocrazia, professionisti, imprenditori e politici che o sono strumentali o interagiscono con la mafia in una forma di scambio permanente fondato sulla difesa di sempre nuovi interessi comuni”.
Sempre nel rapporto, continua, “emerge la capacità di infiltrazione della ‘ndrangheta nella collettività ed il suo “farsi istituzione” , il suo “esondare dall’accaparramento di risorse, senza provvedere ai servizi correlati, fino alle nomine di primari e di direttori generali su cui il crimine organizzato influirebbe in modo determinante, ottenendo sempre nuovi e ulteriori vantaggi”.
La parlamentare aggiunge che , quale componente della commissione parlamentare antimafia, ha avuto la possibilità di leggere l’intera relazione dell’Alto Commissario. Dalla stessa relazione - dice - emerge uno scenario di infiltrazione mafiosa non solo nel Presidio ospedaliero della stessa città di Vibo Valentia, ma anche in quelli di Tropea e Nicotera”.
L’ospedale di Vibo, aggiunge, “è rimbalzato alla cronaca anche il 26 gennaio 2007, a causa della morte della giovane sedicenne, Federica Monteleone, avvenuta durante una banale operazione di appendicite, e per la quale a tutt’oggi non sono note le vere cause, né le responsabilità che pure andavano accertate anche da un’inchiesta interna”.