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rassegna stampa calabrese
Fonte: La Provincia Cosentina
Data: 02/11/2007
Autore: A.C.
La Provincia Cosentina
Cosenza: Carrefour, le promesse mancate dei francesi
Provincia: Cosenza
Comune: Cosenza
Argomento: Cronaca
Cosenza: Carrefour, le promesse mancate dei francesi

Mentre a Cosenza l’ipermercato chiude, in Puglia inaugurata da poco una nuova struttura

Un gap fulminante la vertenza del Carrefour. La notizia sulla paventata chiusura dell’ipermercato ha sollevato un polverone di polemiche e di timori. Giustificati. Con il fiato sospeso i 300 lavoratori che rischiano i licenziamenti. Tensione anche fra le tre organizzazioni sindacali. Un nervosismo generato da complessi ideologici che oggi più di ieri mettono in discussione la loro incisività rappresentativa. Dal canto suo il gruppo francese si limita a tacere. È concentrato solo su se stesso mentre prepara le valigie. Riprogramma la scacchiera dei prossimi investimenti. Un mistero “industriale” sulle nuove spiaggie in cui esporterà le solite speranze di occupazione e di benessere. Certo, sempre dopo avere infranto quelle cosentine. In questi giorni si è parlato molto di un abbandono complessivo della penisola italiana da parte del colosso commerciale. Ma l’evento assume maggiore criticità in un territorio segnato da mille distacchi. La città di Cosenza è l’eterna sedotta ed abbandonata da ogni prospettiva di sviluppo. Complice della misera intraprendenza politica una buona dose di sfortuna. Ma c’è poco da fare con il fatalismo di fronte al momentaccio sociale che questa città sta attraversando. Il 17 novembre i dipendenti protesteranno per il rinnovo del contratto. Le date che finora hanno scandito le tappe della vertenza hanno deluso ogni aspettativa di ripensamento. Pare che il marketing francese sia freddo e risoluto nella protezione dei capitali. Come biasimarlo del resto? Ciascuno mira a difendere il suo. Nel frattempo si attende anche la data del 20 novembre. Il faccia a faccia tra vertici aziendali e sindacati dove porterà? Tutti curiosi, quindi, di sapere con quali lusinghe Cgil, Cisl e Uil tenteranno di convincere il Carrefour a restare. Se strapperanno un sì al gruppo imprenditoriale toccherà scoprire se si tratterà di una resa incondizionata. Vale a dire quali regole o quali richieste di riscatto imporrà l’azienda? I sindacati hanno le frecce spuntate e potrebbero beccarsi un no secco. In tal caso che ne sarà dei 300 dipendenti? Scacco matto. Ma il villaggio globale è ricco di sorprese. E spunta il sito web del Carrefour in pieno furore mediatico. La “trappola” pubblicitaria è tesa a dimostrare che il Carrefour è «un'attività commerciale in continua apertura al mondo» votata «all’ascolto ed alla soddisfazione del cliente». Un autogol dei francesi che sconcerta soprattutto quando la società sponsorizza la sua «attenzione alle diverse esigenze locali che sono al centro delle nostre attività. I nostri valori », ribadisce Carrefour, «permeano ogni nostra azione». A quali valori si riferiscono gli strateghi della comunicazione, a quelli morali o a quelli monetari? Tra il delirio e l’apologia? Un soggetto economico così agguerrito non accetta la sfida “Cosenza”? Il sito è incipriato di fiducia ed ottimismo con una commovente sensibilità del gruppo verso le risorse umane. Poi la goccia che fa traboccare il vaso dell’incredulità. «La volontà» del marchio «di creare valore reale. Ciò a vantaggio dei clienti, degli azionisti, del personale, dei partner e del territorio in cui l'azienda opera». La chiamano «etica degli affari». Una professione di fede che mal si concilia con il vuoto che il Carrefour sta lasciando a Cosenza. Privo di ogni compassione per «lo sviluppo durevole» che l’impresaha garantito con la sua politica di migliore «accesso al consumo, contribuendo allo sviluppo economico, sociale, culturale ed am