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rassegna stampa calabrese
Fonte: Giornale di Calabria
Data: 14/11/2007
Autore: Redazione
Giornale di Calabria
Rende: La pedofilia crea preoccupazione
Provincia: Cosenza
Comune: Rende
Argomento: Università
Rende: La pedofilia crea preoccupazione

Il pedofilo è un malato, o solo un mostruoso criminale? Dobbiamo curarlo, rieducarlo o punirlo? Quali sono gli ambienti considerati più a rischio? Quali le istituzioni più efficaci nel prevenire il fenomeno? A questi interrogativi tenta di dare qualche risposta il sondaggio “L’Inferno della pedofilia: percezione e orientamenti dei calabresi” realizzato dall’Eurispes Calabria in collaborazione con il corso di laurea specialistica in teoria della prassi comunicativa e cognitiva dell’Università della Calabria che ha coinvolto un campione di oltre 600 calabresi. “Dal sondaggio emerge una preoccupazione rilevante dei calabresi circa la diffusione del fenomeno. Segnale evidente - ha dichiarato Raffaele Rio - di una percezione secondo la quale, negli ultimi tempi, al cosiddetto orgoglio pedofilo vengono concessi troppi spazi di discussione ed opportunità mediatiche. I pedofili possono riscoprire una comunità di appartenenza che essi proclamano essere una versione dei tanti orgogli della diversità presenti al mondo, e chiamano le società civili a rispettarlo. Secondo la loro retorica - ha continuato il presidente dell’Eurispes Calabria - sarebbe politically incorrect biasimare un pedofilo solo perché questi ha gusti sessuali diversi dai gusti ordinari. Figuriamoci quanto lo sarebbe arrestarli e perseguitarli. Un altro aspetto che non va trascurato e che incide sulla diffusione del fenomeno è il business economico. Ciò che si sta verificando in questi ultimi decenni nelle società avanzate - ha concluso Raffaele Rio - è una progressiva strutturazione di un mercato di nicchia del sesso pedofilo, attento alle diversificate domande di una clientela silenziosa ma estesa”. Diffusione: preoccupazione trasversale, donne in testa. Quanto è diffusa la pedofilia secondo i calabresi? Moltissimo a giudicare dalle risposte del campione intervistato. Per il 37,5 per cento è “molto diffuso”, per il 48,5 per cento “abbastanza diffuso”. Inequivocabile e trasversale, dunque, il livello di diffusione percepito da 8 calabresi su 10: dai giovani (83,7%) agli over 64 (84,2%), dagli uomini (80,7%) alle donne (91,1%), da chi ha dichiarato di avere figli (85,5%) a chi, al contrario, non ha figli (87,3%). Ma il fenomeno della pedofilia è davvero così aumentato come emerge dall’attività demoscopica? Senza alcun dubbio - si legge nella ricerca di Eurispes Calabria - da una parte, la rilevanza mediatica data al fenomeno ne ha amplificato la percezione del livello di diffusione e, dall’altra, a registrare un incremento sono state sicuramente le segnalazioni e le denunzie. L’aumento della segnalazioni, secondo l’ultimo rapporto Eurispes - Telefono Azzurro, potrebbe evidenziare una maggiore capacità degli adulti nel riconoscere situazioni di disagio e nell’individuare i problemi, ossia nell’interpretare esplicite situazioni come a rischio o comunque che necessitano di un intervento. A considerare il fenomeno “poco diffuso” e “per niente diffuso” rispettivamente l’11,5 per cento e l’1,5 per cento del campione, orientamento che raggiunge, sommando le due modalità di riposta precedenti, il 18,3 per cento tra gli uomini a fronte di un appena un 7,2 per cento tra le donne. L’identikit del pedofilo. I risultati dell’indagine sul campo rivelano che i pedofili appartengono per lo più alla sfera delle conoscenze e della cerchia intima del bambino. La doppia personalità mostrata da alcuni “insospettabili” è foriera di diffidenza. Il pedofilo, secondo gli intervistati, si nasconderebbe maggiormente sotto le spoglie amiche di persone conosciute o della cosiddetta famiglia allargata. Oltre il 39 per cento ritiene si tratti di un conoscente: percentuale che a