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rassegna stampa calabrese
Provincia: Catanzaro
Comune: Catanzaro
Argomento: Cultura
Catanzaro: Il sociale da non dimenticare
La Calabria, con una percentuale del 13,2%, è fra le regioni italiane con la più alta presenza di analfabeti. Lo evidenzia la Legacoop sociali, che ha diffuso alcuni dati. “I dati calabresi - dice il responsabile regionale Quirino Ledda - sono fortemente contraddittori, perché si hanno percentuali oltre la media di giovani laureati che ritengono l’università un’area di parcheggio e la dispersione scolastica che rappresenta le punte più alte nel paese. Ciò fa dedurre l’isolamento delle nostre città dai processi politici culturali ed economici che ripropongono i grandi temi del lavoro, una quantità della vita scadente, la mancanza di servizi come le scuole adeguate, sostegno alle famiglie, il lavoro nero che raggiunge il 30% degli addetti, l’incertezza nel futuro creando un disagio diffuso e generalizzato, che creano una maggiore possibilità di successo alle devianze e all’azione criminale”. Secondo Ledda, “la mancanza di una politica sociale che preveda la prevenzione della devianza, la socializzazione e l’occupazione del tempo libero, la prevenzione alla droga e la dispersione scolastica e formativa aggrava ancora di più il processo di inserimento di migliaia di giovani nel circuito sociale e democratico. Le città calabresi ed in particolare Catanzaro sia pur nello sforzo che si sta facendo hanno un ambiente sociale frantumato che l’ha resa spersonalizzata nella quale non si riesce a realizzare una l’identità affettiva - emotiva di una collettività che non la rende una città, ma un agglomerato che diviene scenario di una individualità senza identità e senza possibilità alcuna di comunicazione reale con gli altri. La comunicazione è astratta e formale. Questa mancanza di relazioni - prosegue - non produce come dovrebbe una reazione etica e politica, ma provoca solo lo smarrimento, passività e rassegnazione”. A questo proposito, Legacoop Sociali ribadisce e rilancia la sua disponibilità “a mettere in campo tutte le sue energie, risorse, competenze e valori non solo come ha sempre fatto per contribuire alla concreta soluzione di tanti problemi delle persone e delle famiglie ma anche per individuare proposte e percorrere strade innovative sul terreno del welfare e dell’azione di inclusione sociale e lavorativa, in un’ottica di maggiore sviluppo imprenditoriale oltre che di responsabilità sociale; anche in relazione alla situazione critica delle risorse pubbliche”. Legacoop Sociali ritiene “indispensabile a questo proposito che si apra, anche sul terreno delle scelte da intraprendere nel campo delle politiche del Welfare e dell’inclusione sociale soprattutto l’attuazione della legge regionale 23/2003, la legge sulla cooperazione sociale, la strada della concertazione, premessa e condizione anche per rilanciare un più reale e diffuso metodo di coprogettazione, in relazione specifici ambiti e territoriali. Sarebbe opportuno, pertanto, creare dei tavoli di lavoro tematici “problematiche minorili, handicap. tossicodipendenza, disagio familiare, anziani, donne in difficoltà ecc. con coloro che da anni operano nei suddetti settori, i quali dovranno produrre proposte richieste linee guida che serviranno alla definizione e l’approvazione del Piano Regionale delle politiche sociali fermo da mesi in Consiglio Regionale. Per evitare di generare confusione circa l’integrazione tra pubblico e privato sociale inoltre - aggiunge Ledda - sarà opportuno definire con chiarezza modi e responsabilità nelle funzioni e fasi del processo di programmazione e di Governo dei servizi sociali: programmazione, progettazione, gestione, monitoraggio e valutazione. In ciascuno di esse diverso sarà il ruolo dei diversi soggetti coinvolti nei processi stess