Dal primo maggio, con l’apertura della stagione balneare, la Calabria offre ben 611.229 metri di spiagge con mare balneabile. L’offerta del 2008 supera di 5 mila metri la disponibilità complessiva di sette regioni: Friuli, Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Molise, Basilicata; e rappresenta il 20% delle spiagge balneabili dell’intera penisola, il 12% di tutto il Balpease isole comprese.
All’apertura della stagione balneare 2008, sui 715,7 Km di costa disponibile in Calabria, i tratti con divieto di balneazione per inquinamento sono complessivamente lunghi 66,5 Km. Altri tratti per complessivi 5,3 Km non sono balneabili per insufficienza di campionamento e 32,5 Km non sono balneabili per motivi diversi dell’inquinamento come ad esempio presenza di porti, scogliere e zone industriali.
Il confronto del totale di chilometri di costa non idonea alla balneazione con i totali delle altre regioni evidenzia che il dato della Calabria non è tra i peggiori del Belpaese. Anzi, emerge che, oltre a Sicilia, Sardegna e Puglia superano la lunghezza della Calabria anche regioni come il Lazio, la Campania ed il Veneto che dispongono di centinaia di chilometri in meno di spiagge.
Altro dato significativo ma spesso ignorato o oscurato da molti mezzi di informazione nazionali con sedi ed interessi nel centro-nord, è quello che emerge dal confronto tra disponibilità totale di costa e lunghezza complessiva dei tratti non balneabili. Si tratta di magagne, deplorate dall’Unione europea, ma favorite, tra l’altro, dalle modalità di confronto dei dati per la redazione di alcune tabelle del Rapporto annuale del Ministero della salute.
Significativa, in proposito, è la tabella sulla percentuale di costa balneabile; nell’ultimo Rapporto, in detta tabella, ad esempio, il Friuli risulta la regione con il cento per cento di costa balneabile. In realtà, la costa balneabile è complessivamente di 62,4 Km, poco più della metà dei 111,7 chilometri di coste disponibili nel Friuli. Tuttavia, può risultare anche regione con il massimo di spiagge balneabili perchè ha adibito alla balneazione, e quindi, sottopone ai controlli e ad analisi soltanto 62,4 Km dell’intera disponibilità: in pratica, una lunghezza corrispondente ai tratti non soggetti ai divieti previsti dalla normativa. In questo modo i due dati considerati per la stilare la tabella, costa adibita alla balneazione e costa controllata cincidono e la percentuale di costa balneabile risulta del 100%. Analogamente per la tabella a scala provinciale: in cima alla classifica delle più virtuose e con il 100% di costa balneabile risultano province come Ferrara dove, in realtà, il totale dei tratti balneabili arriva a 20,2 Km, quasi la metà, dei 39,8 Km dell’intera costa disponibile.
Di questo, evidentemente, non si tiene conto nell’assegnazione delle bandierine variamente colorate.
Il mare che bagna le suggestive ed assolate spiagge della regione può e deve essere reso tutto balneabile perché, a differenza di altre realtà del Mediterraneo gravemente compromesse, i divieti di balneazione, in genere localizzati in prossimità della foce dei corsi d’acqua e di scarichi non depurati delle acque reflue, possono essere revocati con puntuali interventi di risanamento.
Le più recenti ricerche scientifiche e la storia antica, in pratica, indicano nella valorizzazione delle risorse naturali della fascia costiera e dell’insieme del patrimonio archeologico e artistico che in essa trova dimora, la strada da percorrere per lo sviluppo di un turismo in grado di coniugare elevata naturalità, specificità agroalimentari e antichi valori storico archeologici della regione.